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Sovraindebitamento del consumatore: una breve guida

Per sovraindebitamento del consumatore si intende la situazione di difficoltà economica di una persona fisica, che abbia accumulato debiti insoluti per motivi personali e non relativi ad un’attività economica.

È bene specificare precisamente cosa si intenda per sovraindebitamento del consumatore, in quanto il caso di sovraindebitamento che ricade in tale ambito, gode di vantaggi particolari che è bene conoscere.

L’unione di due definizioni giuridiche: sovraindebitamento e consumatore

Per prima cosa è bene capire cosa intende la legge per sovraindebitamento: ci viene in aiuto  l’art. 6, comma 2, lett. a) che definisce il sovraindebitamento come: “la situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente“.

Serve quindi che esistano debiti che non possono essere pagati a causa della situazione di difficoltà economica del debitore: sia che si tratti di una situazione incolpevole (come ad esempio avere perso il lavoro) ma anche nel caso in cui semplicemente si siano fatti troppi debiti e non si riesca più a pagarli.

Quando il sovraindebitamento interessa un consumatore, si può parlare di sovraindebitamento del consumatore ed è ritenuto consumatore chi ha queste caratteristiche:

  • È sempre e solo persona fisica
  • Può svolgere qualsiasi attività lavorativa
  • I debiti che generano il sovraindebitamento, devono essere stati fatti esclusivamente per scopi personali

Chiariamo meglio l’ultimo punto, che è centrale: se ad esempio sono un avvocato e ho dei debiti che non riesco a pagare, se questi debiti sono stati fatti per la famiglie e per la casa verrò considerato “consumatore sovraindebitato” mentre se ad esempio una parte del debiti viene fatta per arredare il mio ufficio, non sarò considerato consumatore e quindi non potrò accedere ai vantaggi che la normativa sul sovraindebitamento riserva ai consumatori. Lo stesso vale per i debiti con il fisco: se ho pendenze con l’agenzia delle entrate, che riguardano il mio lavoro, allora non potrò essere considerato sovraindebitato e consumatore.

Oltre che essere desumibile dalla disciplina generale, la definizione di “consumatore e sovraindebitamento” è stata chiarita da una sentenza di Cassazione (qui il link al testo) che ne ha definito i termini come sopra illustrati.

Quali vantaggi in caso di sovraindebitamento del consumatore?

Il vantaggio principale che ha il soggetto sovraindebitato e consumatore è quello di poter accedere al Piano Del Consumatore, una delle quattro procedure per la risoluzione della crisi del debito, previste dalla legge  ex 3 2012, ora  codice della crisi . In particolare, il Piano Del consumatore, permette di ridurre l’ammontare del debito di una persona in difficoltà economica, anche senza che i creditori siano d’accordo: infatti nel piano del consumatore, è il giudice a valutare che i debiti non possono essere pagati a causa della difficoltà del debitore, e pertanto può decidere di ridurli fino ad un ammontare che risulti sostenibile

Facciamo un esempio concreto: una famiglia, grazie al reddito di due coniugi che lavorano, accedere a una serie di prestiti e mutui per 1500 euro al mese di rate, contando su uno stipendio di 3200 euro.

Uno dei due coniugi perde il lavoro, e quindi non è oggettivamente più possibile pagare il 1.500 euro di rate ogni mese: in un caso come questo il giudice non solo potrà abbassare le rate da pagare ogni mese, ma anche ridurre l’ammontare complessivo del debito, per fare in modo che in un numero ragionevole di anno (di norma cinque o sei) la famiglia sia libera da ogni debito.

Trovi a questo link numerosi esempi di casi di piano del consumatore portati a buon fine grazie all’assistenza di Tisdebito.

Sono sovraindebitato: è possibile escludere i debiti da lavoro?

Una domanda che ci viene fatta spesso è la seguente: se tra i miei debiti ci sono debiti nati per consumo e debiti sorti in un’attività di impresa, il debitore può chiedere di inserire nella pratica solo i debiti nati per consumo in modo da essere classificato come consumatore sovraindebitato?

Purtroppo, su questo punto non vi è una risposta univoca, in quanto ad oggi esistono interpretazioni diverse a seconda del pensiero di ogni Giudice.

L’interpretazione maggioritaria è quella che ciò non sia possibile e che quindi se tra i miei debiti ci sono debiti derivanti da un’attività lavorativa, non potrò escluderli dalla pratica e quindi non potrò accedere al piano del consumatore.

Questo perché, secondo i fautori di questa interpretazione, escludendo dal piano alcuni debiti, si violerebbe la par condicio creditorum, avvantaggiando alcuni debiti e penalizzandole altri, e questo chiaramente è contro lo spirito della normativa fallimentare, entro cui la legge ricade

Un’altra interpretazione, più favorevole al debitore, ma minoritaria, prevede invece che nel caso il debitore abbia debiti da lavoro e debiti come consumatore, si possa fare un piano del consumatore, escludendo i debiti da lavoro. In questo caso, i giudici che seguono questa linea, considerano l’attività economica, come funzionalmente indipendente rispetto all’azione come cittadino consumatore, ritenendo quindi che si possano scindere i due ruoli.

La Legge sul sovraindebitamento è la nostra specializzazione

In questi anni abbiamo accumulato esperienza su migliaia di casi ex legge 3 2012, e  siamo stati tra i primi ad essere pronti ai depositi in tribunale con il nuovo codice della crisi di impresa ma sappiamo che ancora oggi la differenza tra una pratica che va a buon fine e un buco nell’acqua, è in gran parte legata al valore e all’esperienza del professionista che segue il cliente

Molte pratiche di sovraindebitamento non vanno a buon fine perché male impostate, mancanti di parte della documentazione necessaria, o semplicemente perché si è richiesto qualcosa che non si può ottenere.

In molti altri casi, il debitore non pienamente consapevole delle proprie possibilità ottiene risultati molto inferiori di quelli che potrebbe ottenere se ben consigliato ed assistito.

Comprendere che per uscire dai debiti serve un aiuto è il primo passo per risolvere la situazione. Il secondo passo è avere aspettative ragionevoli e l’aiuto di un esperto di procedure di sovraindebitamento, che ben conosca la legge e che possa dimostrare di aver portato a termine con successo altri casi. Sarà il consulente a predisporre quanto necessario e a sottoporre all’OCC la proposta di risanamento delle posizioni debitorie.

Rivolgendoti a Tisdebito, non solo sarai seguito da esperti che vantano il maggior numero di casi risolti in Italia, ma da persone che hanno l’obiettivo di aiutarti e affiancarti, e che hanno fatto della Legge 3 2012 e della soluzione di casi di sovraindebitamento il loro lavoro di ogni giorno.

Per prima cosa sappiamo bene che il debitore in difficoltà è in una difficile condizione psicologica, pressato dai debiti e spesso in gravi difficoltà economiche.

C’è l’ansia per il futuro dei propri familiari, per il destino della propria azienda o della casa, la preoccupazione di non farcela e di cadere in una spirale senza fondo. Dare un aiuto al debitore per risolvere la sua situazione significa prima di tutto ascoltarlo e fornire un primo consiglio onesto e trasparente. Anche dicendo serenamente “non si può fare” se pensiamo che la Legge 3 2012 non sia la soluzione giusta.

Non abbiamo una promessa da farti, se non che il nostro impegno sarà massimo per trovare la migliore soluzione per il tuo caso, e di seguirti in ogni passaggio fino al raggiungimento del risultato.

Anche per questo prima di accettare un incarico, forniamo sempre al cliente una consulenza gratuita finalizzata a fargli comprendere cosa si può ottenere e cosa non si può ottenere attraverso una procedura di sovraindebitamento.

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